Quello che è stato pubblicizzato come una "ricerca del 3° e 4° titolo" è stato concretizzato e a distanza di due mesi posso finalmente cercare di buttar giù due righe con la solita difficoltà nel farlo perchè dalla pianificazione all'attuazione sono l'artefice di ogni cosa che viene realizzata e se da un lato c'è una burocrazia spesso inutile da affrontare, dall'altro molti ostacoli sono rappresentati da incontri con chi sulla carta è "tutto" ma nel concreto è, a voler essere buoni, una perdita di tempo e motivazione. Tutto questo incide su un'emotività che tocca gestire quando è il momento di esprimersi e che conferisce al "Si può fare di più" (frase che è legge nel contesto dei record) un'accezione diversa.
La soluzione, come in molte altre situazioni, è di prendere le distanze dai dettagli per avere una visione complessiva decisamente più appagante perchè il positivo c'è, bisogna saperlo guardare.
Diario di bordo
- La proposta e la progettazione
Entrambe le prove arrivano a più di un anno di distanza rispetto a quando le avrei volute nel mio percorso di vita ma sappiamo bene che per quanto piaccia a tutti avere un minimo di programmazione a cui attenersi, è molto più probabile avere a che fare con degli stravolgimenti. Secondo quel "programma" il Plebiscito Coast2Coast (un progetto che era stato ormai accantonato) sarebbe stato un allenamento per la prova di Bitonto, da svolgere magari dopo una o due settimane, ma per dei seri problemi fisici è stato già tanto fare quella traversata, farla con dei tempi per me normali e farla con una serie di consapevolezze. Nello stesso modo secondo questa logica che ottimizza i tempi e tiene conto di una vita oltre queste iniziative, tra la prova "su strada" e quella "sul rullo" non dovevano passare più di 5 giorni.
La prova su strada è quella che richiede un'organizzazione più articolata ed è per questo che ho preferito esprimermi con le prove sul rullo per quanto riguarda gli eventi Guinness World Records. La proposta riguardo questo record mi arriva durante la pandemia, nel secondo lockdown italiano. Mi interfacciai da subito con una nota azienda automobilistica tedesca che è proprietaria della più importante pista a livello europeo situata, per mia fortuna, in Puglia ma gli accordi saltano nel momento in cui non c'è modo di sciogliere o bypassare alcuni vincoli legati alla segretezza industriale che contrastavano con delle necessità legate al regolamento. È in questa fase che decido di utilizzare una corona da 75 denti per poter pedalare a circa 120km/h. Cambio strategia e ricevo la disponibilità da parte del Velodromo di Oppido Lucano (PZ) e quello di Barletta (BA). Dopo un'attenta valutazione della fattiblità di alcuni obiettivi cambio nuovamente i programmi perchè il numero dei rischi superava notevolmente quelli umanamente accettabili per ogni ipotesi che veniva formulata. Decido quindi, ancora una volta, di prendere "mappa e penna" e di puntare a qualcosa che come al solito potesse anche dare risalto al territorio. Da un punto di vista meccanico non rinuncio alla scelta dei rapporti da usare.
Il territorio bitontino mi ha consentito di creare un circuito il più lineare possibile e in cui poter pianificare delle accelerazioni e mantenere una velocità media che poteva solo essere aumentata. Ci va poi di mezzo un discorso di pendenze, di condizioni dell'asfalto e tutta una serie di parametri che hanno fatto ricadere la scelta su quel comune.
- BITONTO
L'inconveniente di questa giornata è stato il vento che, nel tratto in cui avevo intenzione di accelerare, ha dato delle "frustate" laterali che mi hanno fatto desistere dal prendere dei rischi. Fortunatamente avevo già deciso di non utilizzare nè la lenticolare nè le ruote ad alto profilo (scelta ovviamente discussa da chi pedala solo per "scena") e ho trovato riscontro positivo anche con la scelta di usare dei pneumatici da 26mm dal momento che in alcune curve era presente della sabbia. Per quanto mi riguarda ha importanza il feeling da avere con il mezzo e in quelle condizioni la percezione dell'aderenza al suolo è già alterata da una serie di fattori, l'aggiunta di vento e altre correnti generate dalla velocità con un'asfalto non omogeneo poi vanno ad incidere su una serenità e una sicurezza da avere.
Per questo evento il primo e immediato supporto è arrivato dal ViaVai Center, tramite la figura di Marianna Patierno, a cui poi si è aggiunto il lodevole sostegno da parte dell'Associazione "Amici di Marco" e soprattutto dell'Ing. Michelangelo Parisi che si è occupato delle varie misurazioni compresa quella finale di cui è stata testimone anche il vicesindaco Marianna Legista.
La prova come al solito si è dovuta organizzare in un lasso di tempo davvero breve rispetto a quello che mi serviva per attuare un'organizzazione diversa ma purtroppo quando si deve dipendere dagli altri è così. Mi sono allenato per diversi mesi senza avere la certezza di poter svolgere la prova ma con la convinzione che non mi sarei fatto problemi a farla in maniera abusiva. Per questa incertezza, che alla fine si è rivelata un errore di comunicazione, non c'è stato modo di scegliere da subito quale mezzo dovesse fare da battistrada e quindi non c'è stato modo di attuare un progetto di ottimizzazione con i vari test e le eventuali rifiniture che comunque era necessario. Se è stato possibile portare a casa il risultato è principalmente per la fondamentale presenza di Marianna Soleti che ha retto per più di un'ora il portellone dell'auto. Ci sono state tante Marianna in quest'occasione, si. - GIOIA DEL COLLE
Le location candidate sono state diverse ma Gioia del Colle si è imposta con una celerità e una disponibilità che mi ha sinceramente stupito. Presento la richiesta quando ormai un calendario estivo era già stato reso pubblico e questo perchè tutto dipendeva dalla prova di Bitonto che avrebbe anche funto da allenamento per questa. Di grande aiuto è stata Catia Galetta, titolare de "L'Alternativa" a cui ho espresso le mie intenzioni e si è mobilitata all'istante affinchè ogni cosa potesse essere realizzata. Il giorno della prova è stato caratterizzato da un clima afoso, da dei problemi meccanici (prontamente risolti) e da alcuni problemi con i vari sensori...poteva filare tutto liscio? Quando mai?! Restai calmo solo perchè credo di avere ormai un automatismo in queste situazioni che mi fa essere zen senza sforzi ma decisi di "tagliare la testa al toro" scegliendo un approccio aggressivo, lo stesso di Aprile 2019, con partenza al 60% delle possibilità e "attacchi" progressivi che stavolta hanno toccato picchi di velocità intorno ai 132km/h...mi sono bastati 79 minuti per percorrere 100km.