Uno degli aspetti che trovo più stimolanti è la fase di pianificazione dei piccoli o grandi giri.
Il ciclismo è sempre stato un contesto di sperimentazione e attuazione di diversi progressi nel campo degli allenamenti così come in quello tecnologico. Rispetto a quando ho iniziato a gareggiare, sono cambiate molte cose: l'avvento dei freni a disco, la potenza espressa in Watt come parametro principale nella preparazione e le corone, che dopo aver visto una riduzione del numero di denti, ora sono diventate uniche (niente più doppia o tripla) e, con la complicità dell'elettronica, con la cambiata direttamente sul mozzo posteriore. In questa pagina voglio mettere a disposizione due calcolatori basilari che ho creato e usato soprattutto con l'inizio della mia collaborazione con la Guinness World Record dal momento che le precedenti iniziative attuate sono state pianificate in un modo più arcaico. Ma andiamo con ordine.
Finchè le necessità erano legate alle ore di luce a disposizione, soprattutto quando ero vincolato ad allenarmi nei pomeriggi invernali, e bisognava pianificare i giorni del Giro dell'Italia o le tempistiche del Giro di Puglia, il calcolo su cui mi basavo era semplicemente quello sul rapporto tra distanza e tempo con lo scopo di portare a casa una velocità media sempre più alta.
Ovviamente nei casi di quelle due iniziative personali la media era condizionata da una serie di variabili, non tanto nell'occasione del Giro dell'Italia in cui comunque non dovevo dar conto a niente e nessuno ma nel caso del Giro di Puglia mi inventai una variabile di circa 10km/h da aggiungere o togliere in precise pendenze o su precisi tratti di strada per via di obblighi, rotatorie o semafori. Altre variabili riguardavano gli attraversamenti cittadini, passaggi a livello, necessità di diverso genere (mie e di chi mi seguiva) e poichè alcune di queste cose non si sono manifestate, un evento che doveva durare 24 ore è stato concluso con due ore di anticipo.
Con il primo tentativo di record c'è stata la necessità di affinare alcuni dettagli dal momento che venivano meno molte variabili legate alle normali uscite su strada o fuoristrada e la pianificazione è stata incentrata sullo sviluppo metrico e sulla cadenza di pedalata da mantenere stabile quanto più a lungo possibile. Nei record del 2019 ho utilizzato una corona da 56 denti mentre nelle due occasioni del 2023 una da 75 denti. I pignoni presi in considerazione sono quelli tra il 15 e l'11 denti e in tutto questo bisognava considerare la scelta delle gomme e la pressione a cui dovevano essere gonfiate.
Sono state delle soluzioni "di comodo" ma non ottimali dal momento che il numero dei denti che compongono pignoni e corone passano in secondo piano difronte ai principi di leva che caratterizzano la pedalata. Se ad Archimede sarebbe bastata una leva abbastanza grande per poter sollevare il mondo, nello stesso modo avrei fatto meno fatica a muovere il 75 se avessi avuto delle pedivelle più lunghe ma sarebbero aumentati i rischi visto che quelle da strada già rasentano il suolo.